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Aspettando Raymond Benson

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Immaginate il texano tipico degli stereotipi sugli americani. Ecco, ora dimenticatevelo. Raymond Benson, texano, appare totalmente diverso da come potreste pensare ed è forse per quello che gode di un nutrito numero di fan in Europa e soprattutto in Italia.

Si tratta di un autentico vulcano, capace di eruttare tutto ciò che un vero nerd europeo adora.

La musica, prima di tutto, è una delle sue grandi passioni che lo rende un eccellente pianista, nonché autore di un saggio sugli Jethro Tull e di numerosi musical.

Poi i videogiochi: prima di diventare uno scrittore a tempo pieno, negli anni Ottanta e Novanta, ha lavorato alla progettazione di molti videogiochi, tra cui alcune uscite delle saghe di Ultima e Dark Seed.

Ma cosa convinse gli eredi dei diritti letterari su James Bond ad affidare a un americano, per di più senza alcun romanzo nel curriculum, la prosecuzione delle avventure di 007?

Per una volta, fu il successo della passione rispetto alle ferree regole non scritte dell’editoria. Raymond Benson, infatti, era molto conosciuto dai fan di 007: aveva lavorato ai videogiochi A View To a Kill (1985) e Goldfinger (1986), aveva autoprodotto The James Bond Bedside Companion, un manuale di culto tra gli appassionati, e aveva gestito il fan club americano.

Fu testato: in una fredda sera all’Admiral Hotel di Milano (era il 14 dicembre 2005) mi raccontò di quanto gli editori resero faticosa la produzione di Zero Minus Ten, il suo primo romanzo della saga (uscito in Italia per Segretissimo Mondadori con il titolo Conto alla rovescia). Superò la prova, dimostrando una passione e uno stile nei personaggi molto europeo. Fecero seguito nove romanzi e tre racconti, tutti di grandissimo successo.

Poi ci fu la rottura con quel mondo ma per Raymond Benson fu vissuta come un nuovo inizio. Le sue passioni eruttarono romanzi appassionanti, che variavano tra i videogiochi e la revisione dei cliché del thriller statunitense.

Gli appassionati del genere hanno divorato i suoi due romanzi della saga Tom Clancy: Splinter Cell. Alcuni anni fa dichiarò di essere lui l’autore di I signori del Fuoco (Rizzoli, 2005) e Barracuda (Rizzoli, 2006). Ma Benson è stato chiamato a scrivere anche di altre saghe molto famose quali Metal Gear e Hitman (Damnation pubblicato da Headline nel 2012).

Nel 2011 nasce Black Stiletto, un’eroina femminile, protagonista di ben cinque avventure a cavallo tra il fumetto, lo spionaggio e il noir. Secondo me è una delle sue opere più divertenti anche se in Italia abbiamo potuto leggere solo il primo libro, pubblicato da Cento Autori grazie all’attenzione di Andrea Carlo Cappi.

Hitchcock e il cinema sono le fondamenta della sua cultura e si vedono chiaramente nei romanzi non seriali. In Italia vanta un buon pubblico di appassionati e le case editrici hanno provato a soddisfarli, traducendo alcune delle sue opere migliori. Ma vediamo qualche esempio su come ha coinvolto le sue passioni.

Penso per esempio al programmatore di computer in preda a stati confusionali, ricercato per un omicidio in Illinois di cui neanche lui sa se è colpevole oppure no. È il plot di Ossessione (Giallo Mondadori, 2010) in cui l’aria di Hitchcock si respira… eccome se si respira.

I segreti di Chicory Lane (Leone Editore, 2018) invece ci parlano di condanna a morte, riti satanici e di una scrittrice costretta a indagare sul suo passato. Qui i riferimenti sono molti: dal “sangue freddo” di Truman Capote a Rosemary’s Baby e il conseguente caso Manson. E i brividi sono assicurati.

Ma resterete incollati alle pagine anche Nel silenzio della notte (Leone Editore, 2019) dove Raymond Benson usa nuovamente una protagonista femminile, questa volta un’agente dell’FBI che indaga su una tremenda tratta delle bianche. E qui troviamo qualcosa da Il silenzio degli innocenti, mescolato con una tematica poco usata dagli autori.

Non ci resta che sperare che Benson continui ad alimentare le ossessioni e le passioni di noi nerd come ha fatto fino a oggi.

 

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