I romanzi gialli di Camilla Läckberg sono fatti per quei sabato pomeriggio in cui ci sono saltati tutti i programmi. Quando abbiamo deciso di restare a casa, acciambellati sotto le coperte. Non siamo abbastanza stanchi per addormentarci, ma troppo annoiati per scegliere qualche tomo che abbia l’ambizione di insegnarci il senso della vita. Abbiamo voglia di mettere in moto il cervello.
Personalmente vado a spulciare nella mia collezione di romanzi di Agatha Christie, sperando con tutte le forze che mi sia sfuggito qualche titolo. Ce ne sarà almeno uno che non ho letto? Troppo spesso la risposta non è quella che speravo.
Negli ultimi anni mi è capitato, per fortuna, di passare qualcuno di questi sabato pomeriggio in compagnia dei romanzi di Camilla Läckberg.
Non che ci siano particolari affinità con i libri della Christie, ma, per qualche strana ragione, i titoli di questa giovane autrice svedese mi trasportano in quell’atmosfera che mi piace ritrovare ogni volta che apro un giallo.
Dei romanzi gialli amo le ambientazioni. Mi piace curiosare nella testa dei personaggi, e preferisco non sporcarmi la camicetta di sangue mentre intingo i biscotti allo zenzero nella mia tazza colma di tè chai. Insomma, mi piacciono i delitti, ma niente di troppo efferato. Mi piace ancora di più stare a guardare come verranno risolti da qualche mente brillante. Mentre io me ne sto comoda tra cuscini di piuma d’oca e coperte d’alpaca.
La serie I delitti di Fjälbacka è ambientata in un paesino di pescatori immerso tra i fiordi svedesi.
Una delle particolarità dei romanzi di Camilla Läckberg è che le vicende narrate si svolgono all’interno o intorno al paese di origine dell’autrice, Fjällbacka appunto, nella parte occidentale della Svezia. Oggi nella zona vengono organizzati tour culturali che ripercorrono i luoghi dei suoi romanzi. E non di rado ci si può imbattere nella madre della scrittrice, che racconta frizzanti aneddoti.
Nel primo romanzo della serie, La principessa di ghiaccio, Erika Falck, a cui sono appena morti i genitori, torna a casa per decidere cosa fare della dimora di famiglia. Scrittrice di biografie in erba, si ritrova ad indagare, assieme al poliziotto Patrick Hedström, che ha da sempre una cotta per lei, sulla morte di una sua cara amica d’infanzia, ritrovata ghiacciata e ricoperta di sangue nella sua vasca da bagno. Sembra un suicidio, ma Erika, che conosce l’amica fin da quando erano bambine, non crede a una sola parola.
La serie comprende dieci romanzi, che crescono per complessità di temi e intrecci. La scrittura è chiara e diretta, e Camilla Läckberg ha una capacità unica di entrare nella psicologia dei personaggi.
Nei diversi capitoli i fatti vengono raccontati ogni volta da un attore diverso. Al lettore spetta un caleidoscopio di punti di vista. Quando leggo i suoi libri sento sulla pelle un’immediata empatia con i protagonisti, così reali da sembrare di famiglia.
La Läckberg, inoltre, è abilissima nel creare la giusta quantità di suspense, al momento giusto. Che dire poi di questa terra di notti bianche e lingue di mare? Mi viene subito voglia di uova sode farcite di kaviar (una pasta alle uova di pesce affumicato, vera prelibatezza nazionale).
L’ultimissima serie dell’autrice, invece, è ambientata in città, a Stoccolma, e ha per protagonista la moglie di un ricchissimo imprenditore.
Nel primo volume, La gabbia dorata, questa donna, Faye, brillante studentessa di economia, che con i suoi studi ha dato nome e identità alla società del marito, si ritrova buttata fuori di casa senza un soldo, perché lui si è innamorato di un’altra donna, la sua copia, ma molto più giovane. Il romanzo si apre con l’omicidio della loro figlioletta, di cui è considerato responsabile proprio il brillante imprenditore. Ma quale sarà la verità?
La Läckberg, da sempre interessata ai temi della violenza di genere e all’empowerment femminile, presenti già nella sua prima serie di romanzi, in questa ultima prende posizione, e con seducente forza.
La storia di Faye è quella di una lunga vendetta nei confronti del marito, che nel secondo romanzo, Ali d’argento, dovrà condividere con altre donne come lei.
Vi ho convinti a mettervi comodi, scaldare l’acqua per il tè, e sfogliare uno dei romanzi di Camilla Läckberg?
Bolognese d’adozione, da grande vorrebbe fare l’editor e la scrittrice insieme, magari in una bella casetta di legno vicino al mare. Ha studiato Antropologia Culturale all’Università di Bologna e ora sta finendo un Master di Editoria. Nel tempo libero scrive racconti per il blog Instant Documentary e legge ad alta voce le storie de Le strade Bianche su Loquis. Se dovesse essere il personaggio di un giallo sarebbe Faye della Gabbia Dorata di Camilla Lackberg.