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Se dovessi trovare il coraggio di uscire dal Nero racconterei tre storie d’amore

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E con la prima brezza d’autunno eccoci al secondo romanzo della nuova serie di Maurizio De Giovanni, Troppo freddo per Settembre, con protagonista l’assistente sociale Mina Settembre.

In occasione dell’uscita del libro lo scorso martedì ho avuto la fortuna di ascoltare una sua diretta su Facebook, tra le prime dedicate alle domande dei bookblogger. C’erano Thriller Cafè, Mangialibri, Milanonera… e, naturalmente, noi di Giallorama!

«Tutti gli scrittori vorrebbero scrivere una serie — ha spiegato il giallista — ma è meglio se metti le pantofole e stai sereno. Letto il primo romanzo è il lettore che ti chiede se ne vuole ancora, e lo stesso fa l’editore. La serie non va mai pianificata, è come la vita. Con Mina voleva chiuderla ma non c’era nessuno alle presentazioni che non chiedesse di lei».

Gelsomina Settembre, detta Mina, ha una fisicità prorompente che però è in netto contrasto con il modo in cui lei si sente. «In questo romanzo racconto i fuori posto — ha detto De Giovanni — racconto tutti in un modo in cui non si sentono a posto. Mina è fuori posto nel corpo perché ha sensibilità sociale ma vive in un contesto borghese. È fuori posto nei quartieri spagnoli perché è la signora. La vita che uno si sceglie può essere in contrasto con la propria natura».

Mina lavora al Consultorio Quartieri Spagnoli Ovest di Napoli (quello Est in realtà non è mai stato aperto), che sono a detta dello scrittore «un’occasione narrativa pazzesca». Ogni quartiere «ha il suo doppio, nei quartieri non c’è omogeneità sociale. È come se dentro un quartiere residenziale trasferissi Milano 2. Cercare la nobiltà e l’aristocrazia nei quartieri spagnoli è molto interessante, cercare la dignità è molto interessante. Non puoi aspettarti niente quando cammini per questa città».

Mina è alle prese con l’omicidio-suicidio di un anziano professore di lettere. Dormiva in una soffitta, e nessuno si occupava di lui tranne la nipotina. «Chi guarda questi personaggi che sembrano essere a lato della società? — si è chiesto lo scrittore — Noi tendiamo a considerare un peso le persone che non sono eminentemente produttive, le persone che non possono spendere o possono spendere poco. Non sono un target né elettorale né niente, no gli anziani, no i bambini, no i senzatetto, no gli ultimi. Questi diventano fuori target, sono ignorati».

Il primo sospettato dell’omicidio è un giovane che appartiene alla camorra. «Non mi interessa raccontare il funzionamento di una macchina — ha raccontato De Giovanni — la camorra non è affascinante. Mi interessa la profondità nera dell’animo umano. L’affascinante sono le emozioni e le passioni, tipo l’amore». Il romanzo è costruito sugli opposti. «Le stesse realtà possono avere tantissime facce. Lo vediamo in politica, in religione, ovunque… L’amore può essere bellissimo ma anche egoista, violento… Chi ha lanciato l’acido provava un amore all’ennesima potenza, ma lo stesso amore era anche atto di distruzione».

La diretta Facebook sta per finire, la brezza d’autunno si è portata via anche la luce delle sere d’estate, e la tastiera del mio pc è illuminata solo dallo schermo.

Il moderatore fa intervenire un ragazzo giovane, di un blog del napoletano. Mentre parla ha gli occhi lucidi. Da ragazzo aveva provato a fare lo scrittore, ma dopo aver letto Maurizio capì che il talento vero ce l’aveva lui e scelse di passare la vita a parlare di libri. È «un grande onore», spiega, potergli fare questa domanda. «Nel viaggio dell’eroe di Maurizio qual è la chiamata che non hai raccolto?». De Giovanni lo ringrazia con calore.

È emozionato quanto lui. Ma la risposta viene subito, evidentemente ci pensava da parecchio tempo. «Non è una ma tre. Storie non nere, storie senza delitto che dovrei avere il coraggio di raccontare. Ma la confort zone del nero è troppo attraente. Se dovessi trovare il coraggio racconterei queste tre storie che sono storie grandi e forti, sono tre storie d’amore. Se dovessi avere il coraggio di raccontarle spero che i lettori abbiamo pazienza.».

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