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Carnival Row: quando il fantasy si tinge di crime

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Giallorama è il blog dedicato a chi ama progettare e scrivere romanzi crime e sappiamo bene quanto per gli autori e le autrici amanti del genere possa essere utile trovare ispirazione in film, serie TV e romanzi già editi. Nell’articolo di oggi introduciamo una nuova autrice del nostro blog, Cinzia Catena, grande appassionata di fantasy, che ci parla della serie Carnival row, un fantasy con molte sfumature di crime.

Benvenuti a Carnival Row!

Con colpevole ritardo ho avuto il piacere di vedere la serie fantasy Carnival Row, ideata da René Echevarria e Travis Beacham. Interpretata da Orlando Bloom e Cara Delevingne, è uscita nel 2019 su Amazon Prime e si è conclusa nel 2023 con una seconda stagione finale.

Produzione molto interessante e dal simbolismo stratificato, dettaglio degno di nota è il Mondo Narrativo: nella cittadina neo-vittoriana di Burgue si intrecciano le vicende di personaggi vari, trainati dalle rispettive sotto trame.

La società eclettica in cui si muovono è composta da umani e fatati che vivono a stretto contatto: in seguito a una guerra che ha portato i primi a cercare di impadronirsi delle terre dei secondi, la popolazione magica rifugiata è relegata in quartieri opportunatamente isolati rispetto alla classe “dominante”.

È evidente la voluta assonanza con realtà analoghe figlie della nostra storia: dalla ghettizzazione delle minoranze alla discriminazione, dal razzismo alla tratta degli schiavi, dall’imperialismo allo sterminio degli indiani. I fatati di Carnival Row sono tutto questo: rappresentano quella diversità che, ieri come oggi, ha sempre fatto paura e ha trainato le azioni peggiori di cui l’essere umano si è macchiato.

La seconda stagione di Carnival Row

Nella seconda stagione, invece, viene messo in scena il tentativo disperato di rivolta dell’oppresso, e l’odio che porta quest’ultimo ad azioni deprecabili.

Il confine tra giusto e sbagliato si fa labile, e il pregiudizio resta quel tema serpeggiante e capillarizzato che viene mostrato nelle possibili conseguenze.

Ho apprezzato il tentativo di mantenere una certa “neutralità” nonostante vengano toccati temi politici che sarebbe facile idealizzare: ciò che traspare è il messaggio che la violenza non è mai la strada giusta, nonostante sembri efficace in un primo momento.

Al di sotto di tutta questa meravigliosa architettura narrativa c’è l’impianto di indagine.

Sia nella prima che nella seconda stagione emerge con discrezione, innestandosi armoniosamente con tutto il resto, mantenendo quell’allure gotica tanto cara alla narrativa vittoriana e che ci porta subito alla mente atmosfere che abbiamo amato grazie a Sherlock Holmes e Jack Lo Squartatore.

È Rycroft “Philo” Philostrate, interpretato da Orlando Bloom, che ci fa da guida in questo senso. Ispettore della Gendarmeria, indaga su un’oscura cospirazione nel cuore della città. È un veterano di guerra, ma simpatizza per gli esseri fatati, a differenza di molti suoi colleghi.

Carnival Row è decisamente una visione appassionante, un prodotto per l’intrattenimento piacevole da guardare, stratificato dal punto di vista simbolico, capace di mettere in scena riflessioni di carattere sociale che non smettono di essere attuali.

Il suo mondo narrativo, ibrido in un modo che personalmente ho trovato virtuoso, ha le carte in regola per soddisfare le aspettative tanto dell’appassionato di fantasy, quanto del cultore del genere giallo.

Buona visione!

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